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D. Ximene. (Misero me!)

Donn’Alba. (Si perde, s’è nel Brasile inviato).
Come! a voi di punirlo non fu il poter già dato?
Nell’incognita terra voi potestà simile
Avete a quel che giudica nell’Indie e nel Brasile;
Voi premiar, voi punire, voi condannar potete.
Arbitro di Ximene, come degli altri or siete.
Non offese voi solo quei seduttore ingrato:
Coi neri tradimenti ha l’onor mio macchiato.
Nè soffrirò eh’ei vada, fra tante colpe involto,
Lungi da noi per essere in altra par; e assolto.
Pensateci, germano. Qui dee restar l’ardito,
E sotto gli occhi nostri dev’essere punito.
D. Alonso. Tanto con chi vi piacque inferocir potete?
Donn’Alba. L’indole del mio cuore ancor non conoscete.
D. Alonso. Parta la nave, e resti fra di noi don Ximene. (ai Soldati
Donn’Alba. Sì, fra noi restando, pongasi alle catene.
D. Ximene. Barbara I a questo segno in voi l’odio s’aumenta?
Non bastan le mie suppliche, non basta ch’io mi penta?
L’essermi a’ piedi vostri con mio rossor gittato
Non bastò il vostro cuore a rendere placato?
Mi resero finora reo le mie colpe, è vero:
Colpevole voi pure rende l’orgoglio altero.
Voi perdonar negate, or che pentito io sono,
io l’ingiurie sopporto, v’adoro, e vi perdono, parie

SCENA X.

Donn’Alba e Don Alonso.

D. Alonso. Seguitelo, soldati.

Donn’Alba. No, di lor non mi fido.
lo stessa in queste selve vo’ custodir l’infido.
Gente ho meco capace per arrestarlo ancora:
Invan quel menzognero fede a’ suoi detti implora.
Dee maturar la pena dovuta a un traditore.
(Felice lui, se avesse a giudicarla il cuore), parte

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