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156 l'altare del passato

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Gozzano - L'altare del passato, 1918.djvu{{padleft:166|3|0]]le modalità del viaggio ben previste in protocollo ufficiale da deporsi nel R. Archivio di Stato secondo che l’uso di Corte comanda; “.... da Vercelli a Milano, da Milano a Roveredo a Innspruk dove conteremo di giungere il sabato prossimo. Saranno nel corteggio della Duchessa Carolina il Marchese di Bianzè, suo primo Scudiere e Cavaliere d’onore, l’Uditore Borsetti, Segretario di Stato, la Marchesa di Cinzano, Dama d’onore, la Contessa di Salmour e la Marchesa di Verolengo, Dame di Palazzo.

E souma inteis, e souma inteis, — interrompe il Sovrano con un gesto che ammutolisce e licenzia il Conte Lamarmora.

Ca fasa chiel; ma dsôura a tut gnune masnôiade, gnun tapage an facia la pôpolassiûn....

Oh il mio dolce dialetto così vivo fra tante cose morte, adorato più di qualunque parlare, più dell’italiano (adoratissimo!), l’italiano estraneo alla mia intima sostanza di Subalpino appreso tardi con grande amore e con grande fatica come una lingua non mia, il mio dolce parlare torinese, l’unico nel quale penso e l’unico che mi giunga al cuore suscitandovi schietto il riso ed il pianto, il mio dolce torinese sulle labbra d’un re di Savoia, quando il Piemonte era ancora una leggiadra provincia della Francia

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