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I SANDALI DELLA DIVA.

Io parlo sovente, forse troppo sovente della mia infanzia. Ma devo risalire a quell’origine prima se voglio ritrovare qualche immagine fresca, qualche cosa viva e vera da raccontare. Via via che scendo verso il presente tutto si confonde, si illividisce, s’abbuia: la mia memoria, per una strana inversione, non conserva nitide che le impressioni remote.

Palmira Zacchi. Basta il nome per resuscitare la donna, anzi tutto un tipo di donna: la gran ballerina, la Diva della quale abbiamo perduto la specie. Strano esemplare d’una galanteria che non è più! Due gambe agili, muscolose che l’esercizio ha fatto un po’ maschili, dal polpaccio eccessivo, guizzante nella maglia rosa, erette sul pollice irrigidito, gambe più importanti di tutta la restante persona, innestate nei petali vaporosi del gonnellino di tulle

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