< Pagina:Gozzano - La via del rifugio, 1907.djvu
Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
— 61 — |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Gozzano - La via del rifugio, 1907.djvu{{padleft:69|3|0]]
Ignorabimus.
Certo un mistero altissimo e più forte
dei nostri umani sogni gemebondi
governa il ritmo d’infiniti mondi,
gli enimmi della Vita e della Morte.
Ma ohimè, fratelli, giova che s’affondi 5
lo sguardo nella notte della sorte?
Volere un Dio? Irrompere alle porte
siccome prigionieri furibondi?
Amare giova! Sulle nostre teste
par che la falce sibilando avverta 10
d’una legge di pace e di perdono:
«Non fate agli altri ciò che non vorreste
fosse a voi fatto!» Nella notte incerta
ben questo è certo: che l’amarsi è buono!
Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.