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canto sesto 151

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  A Filinoro un caso assai faceto
iece in que’ giorni molto pregiudizio.
Tu sai, lettor, che ti narrai qui dreto
siccome a un oste avea dato l’uffizio
di notare in sul libro all’alfabeto
quanto egli avea consunto, e ad artifizio
il rozzon pegno e lo staffier malato
g^i aveva in sulle spese anche lasciato.
Dopo alcun tempo il servo era giá morto.
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  L’oste l’avea sostenuto nel male;
e pagato il dottor, non fece torto
all’opra del chirurgo e del speziale,
ed ebbe il poveruomo anche il conforto
di pagar sino a’ preti il funerale.
La rozza era scoppiata di stracchezza,
ond’egli avea la pelle e la cavezza.
73
  Battuto il prezzo di queste due cose,
l’ostiere è creditor trecento lire.
Veggendo le promesse fabulose,
avea risolto a Parigi venire.
Filinor tanto bene non s’ascose,
che noi potesse l’ostier rinvenire.
Del pagamento il prega e lo riprega:
Filinor minaccioso glielo niega.
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  Quel meschinel, veggendo il conto perso,
richiamar in giudizio un giorno fallo;
ma Filinor gli piantava un converso
che gli dovesse pagar il cavallo.
La fama va per lungo e per traverso
di questo piato; ogni omiciatto sallo;
tanto che negli uffizi questo fatto
die’ quasi a Filinoro scaccomatto.

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