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160 la marfisa bizzarra

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3
  L’odio e i rispetti umani han molta parte
a far piú l’un che l’altro abbia pallotte;
pur, quantunque ignoranza è ignuda d’arte,
lusinga le persone d’esser dotte,
e un numero infinito poi comparte
il voto suo per vie bistorte e rotte;
ma ognun Caton si crede e lo disperde
contro anche a san Francesco, e va nel verde.
4
  Io ballottai talor qualche piovano,
e credei pel migliore dar la fava.
Discorrendo tra me dicea pian piano:
— I piú faran lo stesso, — e m’ingannava.
Dall’altre opinioni ero lontano,
e quando le pallotte annoverava,
ero tra ventí, e cento aveano detto
ch’io avevo mal pensato e mal eletto.
5
  E non avendo uman rispetto alcuno
o fine d’interesse o di Hvore,
credei d’esser almen tra novantuno,
pensando col mio capo in sul migliore.
Vidi ch’errai nel scegliere quell’uno,
e rimasi col numero minore,
poiché cento pallotte a me davante
m’han detto ch’io pensavo da ignorante.
6
  Vidi certo de’ Gani per la chiesa,
delle Marfise in sui veron di fuori;
ma so che nel mio cor feci difesa,
né vezzi ebbero parte né impostori.
Basta, giustízia è stata sempre illesa,
ch’anche Angelin da’ gran persecutori
trasse alla fine, e mi convien pur dillo,
d’un voto, ma custode del sigillo.

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