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canto settimo | 175 |
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Terig^ in casa non trova la sp)osa,
e s’anch’ell’era in casa, ella non v’era.
Ognuno al meschine! narra qualcosa,
e s’inventava, ed egli si dispera.
Chi l’aveva veduta furiosa,
chi travestita a’ ridotti la sera;
ond’egli era geloso e riscaldato,
e mandava spion per ogni lato.
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Se alcuna volta in casa la trovava,
or sbavigli, or rabuffi riscuoteva.
Eccoti Filinoro che arrivava,
e appresso la bizzarra si metteva.
Il marchese sudava e sospirava
per qualche gesto che lo trafiggeva,
e ieggio, che il gnascon mai non partia.
ma volea ch’egli primo andasse via.
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Correa d’aprile il bel mese ridente,
e s’aspettava il giugno agli sponsali.
Il Tauro in ciel minacciava sovente
alla teda d’imen futuri mali.
Nascean de’ gran sospetti veramente
di scioglimento ancora in fra i mortali.
Tutto Parigi stava in attenzione
su’ scherzi di Marfisa e del guascone.
66
Terigi fece dir da don Gualtieri
a Rugger che troncasse quella trama.
A Filinoro avea detto Ruggeri
che cercasse altra casa ed altra dama.
Il guascon gli rispose: — Volentieri; —
ma fé’peggior effetto il porre in brama,
che la difficoltate ed il timore
fé’cercar nascondigli e punti ed ore.