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264 la marfisa bizzarra

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  Nelle botteghe eran giunti i foglietti
ed i successi di tutti i paesi.
Que’ pagani facevan rigoletti
per un caso avvenuto tra’ francesi;
e perch’eran nimici maladetti
per le guerre passate e ancor accesi
contro l’andata bravura francesca,
facean risa impulite alla turchesca.
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  La dama vuol saper di quelle risa;
drizzando un turco i baffi, le rispose:
— Una sorella di Rugger di Risa,
ch’era una delle donne strepitose,
fuggita è da Parigi alla recisa
da quelle che si chiaman sacre spose;
ed ogni conghiettura è chiara e piana,
ch’ella pel mondo faccia la puttana. —
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  Marfísa era filosofa a bastanza
perché quel titol non le desse pena,
ma il parlar del pagan senza creanza
di pregiudizio alquanto l’avvelena;
e disse: — Non è molto bella usanza
in faccia ad un francese giunto appena
il dir ch’è una bagascia a dirittura
una sua dama, e sol per congettura. —
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  Rispose il Saracino: — In un francese
io non credea delicatezza in questo,
perocché noi sappiam che al suo paese
si ride d’un marito troppo onesto,
e che le donne sono anche riprese
s’hanno del schizzinoso e del modesto,
e che de’ libriccin molto applauditi
giudican tutti i casti scimuniti.

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