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290 la marfisa bizzarra

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  — Qual ordine? quai passi? — il conte grida
quanto spender dovrò? quanto piatire? —
Diceano quei: — Se avrete buona guida,
basteran tre o quattr’anni a diffinire.
Chi volete del spender che decida?
non si misuran ne’ litigi lire. —
Morgante ride e dice: — Conte mio,
tribolazioni che ti manda Dio! —
36
  Non potè Orlando trattener le risa,
pensando al vecchio ed al nuovo costume.
— Questa spada tal causa avria decisa
a’ giorni miei — dicea — senz’arte o acume.
Mille pupille e vedove in tal guisa
da tirannia levai, da mendícume.
A non poter trar fuori, or son ridotto
un da me battezzato, d’un casotto.
37
  Giudici miei, non siate addormentati;
delle leggi si fanno iniqui abusi
da una caterva d’uomin scellerati:
dch! non sedete sonnolenti e ottusi.
Certi procurator, certi avvocati
fan mille oppression, mille soprusi,
temerari affidando alcuna volta
in chi dorme sedendo o male ascolta.
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  O siate vigilanti ad impedire
i lacci occulti, i forensi veleni,
o lasciate l’un l’altro ogni uom ferire
per le proprie ragioni e i propri beni.
Questo è un voler far tisici morire
mezzi i soggetti vostri d’amor pieni,
ed un voler che chi non ha danari
sia pasto de’ piú furbi e de’ piú avari.

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