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294 | la marfisa bizzarra |
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Lasciamgli andar verso Parigi. Il testo
ritorna a Filinoro saltimbanco,
che, fuggendo il palchetto si molesto,
trova la moglie, travagliato e stanco,
e fece fare i suoi fardelli presto,
che pargli aver qualche sicario al fianco;
poi, caricata una sua gran carrozza,
quella notte parti di Saragozza.
52
Di cittade in citta, di fiera in fiera
espose gli stagnoni e i bossoletti,
ma il suo commercio scarseggia in maniera
da non poter comperar sei panetti.
Anche all’uccellagion della mogliera
venieno pochi tordi e magheretti,
perocché i capitali erano mezzi
e v’è stagione in cui son schifi i vezzi.
53
L’arte del ciurmadore Filinoro
lascia in una cittá che noi conosce,
e torna cavalier posto in decoro
per cercar via di riparar le angosce.
Si mette al petto un bell’ordine d’oro
e cammina diritto in su le cosce;
nelle ricreazion si producea;
le dame d’esso gelose facea,
54
D’una tra l’altre, vedova opulente,
a Filinor molto garbava il core,
e giá le avea rubata si la mente,
ch’ella sposato l’avria per amore.
Ma v’era il nodo fatto anteriormente,
ostacolo importuno a córre il fiore.
Filinor, dotto nei nuovi sistemi,
né ammaina vele né ritira i remi.