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canto duodecimo ed ultimo 307

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103
  Dico cosi, perché le chiese allora
eran quasi del tutto abbandonate.
Di prediche facevano una gora,
che non eran temute né ascoltate.
Erano giunte alla sezza malora
le faccende del prete o vuoi del frate;
gente ridotta quasi a un sorpassare,
per non perdere il ius del confessare.
104
  Sappiasi che con lunghe insidie ed arti,
gl’indefessi ecclesiastici mascagni,
colle idee delle immense eterne parti,
sui prischi ricchi, troppo buon compagni,
avevan fatto cosí bene i sarti,
e tanti e tanti sacri e pii guadagni,
che piú di mezzi i beni temporali
erano permutati in celestiali.
105
  Alcuni maganzesi consiglieri,
che credean nella salsa e nel cappone,
avevan consigliato l’imperieri
a dare il sacco alla religione.
Non eran falsi in tutto i lor pareri,
ma perigliosi nella esecuzione,
che un popolo commosso in tal materia
è da temersi, ed una bestia seria.
106
  Tenner quei di Maganza un gran consiglio,
e stabilir che fogli pubblicati
de’ popoli mettesser sotto al ciglio
le magagne de’ cherici e de’ frati,
e dipignesser l’antico naviglio
in confronto alle navi de’ prelati,
e usurpi e vizi e gran taccagnerie
de’ direttori delle sacristie.

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