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314 la marfisa bizzarra

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  Son ben altro che Marchi e che Mattei
questi archimiati audaci innovatori;
son maganzesi astuti gabbadei,
c’han per lo naso principi e signori.
Se vi opponete lor, fratelli miei,
sarete giudicati traditori,
e fien sospesi i vostri scritti e oppressi
come perturbator de’ dèi progressi.
132
  Feci per lo passato il mio possibile
per sostener la veritá e la regola:
la barca è rotta, la procella è orribile;
dal canto mio non ho piú stoppa e pegola.
Cosi dicea Dodon sempre risibile,
chiamando Carlo Man bestia pettegola,
ed adducendo il detto vero ancora:
che dalla testa il pesce puzza ognora.
133
  Deggio tacervi molte circostanze
che in cifera Turpino lasciò scritte,
e non s’intendon piú le antiche usanze
di quelle cifre dal tempo sconfitte.
Dal piú al meno avete le sembianze
di Carlo Man cosí in abbozzo pitte;
lo stato del suo regno e della chiesa
e la letteratura avete intesa;
134
  la gola, il sonno e l’oziose piume,
i cambiati caratteri, il pensare;
chiaro de’ paladini v’è il costume,
delle dame e del popolo volgare:
tutto è confusion, buio, bitume,
cecitá, boria, lussuria, usurpare,
debito, inganno e fervido maneggio
per far le cose andar di male in peggio.

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