< Pagina:Gozzi - La Marfisa bizzarra.djvu
Questa pagina è ancora da trascrivere o è incompleta.

appendice 343

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Gozzi - La Marfisa bizzarra.djvu{{padleft:353|3|0]]

Stanza 37.

Correa pel monastero una pazzia:
che si tenea per raoral lavorío
l’opre e i romanzi del poeta Marco,
ed ogni tavolin n’era giá carco.

Le universali letture erano allora le opere del Chiari e del Goldoni. Dalla ottava 37 all’ottava 46 è censura derisoria de’ romanzi del Chiarí.

Stanza 71.

. . . Grazie a Salomone
ed a Rutilio, in altro sono dotto...
Servo mille persojie del paese
con la mia Fiorentina e Bolognese.

Rutilio Benincasa fu astronomo, e l’opere sue sorto molto studiate e considerate da’ giuocatori al lotto. La Fiorentina e la Bolognese sono di que’ molti libriccini di cabafe numeriche, che si vendono agl’infiniti creduli giuocatori del lotto. Quanto agli anacronismi dell’ottava 71, si è detto che l’autore della Marfisa volle usarli a suo talento per render chiara la sua allegorica intenzione, senza curarsi delle stitiche censure in tal proposito.

ANNOTAZIONI AL CANTO UNDECIMO

Stanza 8.

e dice: — Eccovi alfin quel del formaggio...

Proverbio comune in Venezia. «Trovar quel del formaggio»

vale abbattersi a chi sa castigare.

Stanza 9.

ne sa quanto un Macope ad una ura...

Macope fu celebre professore di medicina nella universitá di Padova.

Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.