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canto secondo 51

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  Filinor non si scuote e non si move.
— Il mio costume — rispose — l’appresi
da’ cavalier delle commedie nuove
e da* conti di quelle e da ’marchesi.
Se furon disoneste le lor prove,
pur applaudire a gran furore intesi
le commedie, i caratteri e i poeti,
c’han premiati i miei pari e fatti lieti. —
64
  E tenta con gli scherzi il tristerello
la serietá del duca di recidere,
e va pur dietro a far del buffoncello
perché palesi l’interno col ridere;
e dice i fatti di questo e di quello,
e che tal visse ben ch’era da uccidere;
ma sopra tutto va rammemorando
le commedie d’allor di quando in quando.
65
  — Orsú — rispose il duca, — non è questa
una commedia, e poeta io non sono.
Andrai tra ferri non per la richiesta,
ma perché castigarti oggi fie buono. —
E poi, rivolto con molta tempesta
ed una voce che parve d’un tuono,
disse a’ ministri: — Costui fate porre
con le catene in fondo ad una torre. —
66
  Filinor volentieri andò in quel fondo
per liberarsi da’ creditor suoi.
Tosto la fama fece il ballo tondo:
í creditor l’hanno staggito poi;
ed i parenti pel rossor del mondo
a male in corpo diveniro eroi,
quetando i creditor con piegerie
e con danari, e i piú con le bugie.

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