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canto secondo 53

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  Era lungo il viaggio e i danar scarsi,
e disegnava andarvi con gran treno.
Un abito comincia apparecchiarsi,
di frangie e gallon falsi tutto pieno.
Aveva un cocchio di que’ dal tempo arsi,
ma per viaggio servia nondimeno.
Il nodo stava in non aver cavalli;
pur non si stanca e pensa comperalli.
72
  In sul mercato da certi villani
compri ha quattro cavai magri e vecchioni,
e non gli furon mantenuti sani,
perché avean tutte le maladizioni.
Eran bolsi, rappresi e storpi e strani,
andavan punzecchiati a saltelloni,
guardavano le stelle con bel vezzo,
con sospir si movean tutti d’un pezzo.
73
  Parean venuti dal mar della rena,
come vengon le mummie agli speziali;
avevano in su’ fianchi e in sulla schiena
piaghe d’un palmo, e sulle gambe mali
che non gli avrebbe guariti a gran pena
Galieno od Ippocrate o que’ tali,
non che alcun maniscalco co’ suoi bagni,
setoni, empiastri o rimedi compagni.
74
  Fatta la spesa de’ quattro corsieri,
la qual gli venne a star venti ducati,
comincia a rassettar due gran forzieri,
e sassi e legni dentro v’ha adattati,
perché non comparissero leggeri.
Sopra vi pose vestiti intarlati,
sei camicie da poca meraviglia
e in fine l’alber della sua famiglia.

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