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48 | il corvo. |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Gozzi - Le fiabe. 1, 1884.djvu{{padleft:270|3|0]]
messo per terra al Re Millo, mio fratello, a dargli la notizia del nostro arrivo.
Pant. No perdo un’onza de tempo. Oh che gusto! Oh che allegrezza! Oh che nozze, che avemo da far a Frattombrosa! I me dirà che son matto a sentir allegrezza de nozze in età de settantacinqu’anni; ma co sento a dir nozze, me par anca de sentir quella solita ragazzada de rave in composta, de sorzi pelai, de gatti scortegai,e devento un putello. (Passando dinanzi alla Principessa che verrà piangendo). Eh cocola, cocola, co ti saverà, chi semo, no ghe sarà tante lagreme no. (Entra e fa poscia piantare un padiglione).
SCENA TERZA.
Jennaro, Armilla, Principessa vestita all’orientale, avvertendo, che dovrà aver le ciglia e le chiome, fatte ad arte nerissime. Smeraldina all’orientale. Le donne verranno condotte dai servii e piangendo. I servi si ritireranno.
Jen. Armilla, voi piangete, e il vostro pianto
M’è rimprovero acerbo. Eppure, Armilla,
Tanta cagion di pianto non avete.
Quanta credete aver.
Arm. Crudel pirato. (piange)
Smer. Iniquo, traditor. (piange)
Jen. È ver; crudele.
Iniquo, traditor. Ma, Principessa,
Io vi dirò...
Smer. Che le dirai, ladrone?
Jen. Io le dirò...