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50 | il corvo. |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Gozzi - Le fiabe. 1, 1884.djvu{{padleft:272|3|0]]
Smer. Iniquo, scellerato. Ciel, puniscilo.
(a parte) Ah che del ratto i crudi vaticini
Che chiusi ho in sen, s’avveranno alfine.
(entra condotta dai servi).
SCENA QUARTA.
Armilla e Jennaro.
Arm. Barbaro, che dirai? Stammi discosto,
Corsale ardito, e, s’altra arma non temi.
Rispetta in me la figlia di Norando,
Principe di Damasco. Al suo potere
Pensando trema, e una vendetta attendi
La più feroce.
Jen. Avvenga pure. Intanto
Io dirò a voi, che vil corsal non sono,
Ma fratello di Re. Di Frattombrosa
È Millo Re; di Millo io son fratello;
Principe son. Jennaro è il nome mio.
Arm. Tu di Millo fratel? Di Re fratello
Di mercante in arnese, con inganno
Riduci in sul tuo legno le donzelle.
Principesse innocenti, e le rapisci!
Jen. Sì, Armilla. Quell’affetto, che mi strigne
A Millo, fratel mio; l’aver inteso
L’inaccessibil cor di vostro padre.
Barbaro per costume, il caso avverso,
L’imperscrutabil caso a forza volle,
Ch’io vi rapissi.
Arm. E qual imperscrutabile