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atto primo. 55

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  Cambia gli uomini in piante, e ciò che brama,
  Tutto avvien, quando voglia, il ratto vostro
  Non soffrirà. Del torto alta vendetta
  Attendete, o Jennaro. Io vi compiango,
  Sventurato garzone, e me compiango,
  Che contro al rigoroso suo divieto
  Di non uscir giammai dalle mie stanze,
  Incauta, semplicetta e curiosa
  Mi lasciai trar da voi, Millo compiango,
  E quanti son del ratto mio cagione.
  Forse quella burrasca oggi trascorsa
  Opra fu di mio padre. Oh Dio! qual scempio
  Attendo in breve, ed inaudito scempio!
  Jen.         Ciò, che il Ciel vuol, succeda. Il mio contento
  Il mio giubilo è tal, che concepire
  Di mestizia l’idea per or non posso.
  Armilla, quello è un padiglion.
  (mostra un padiglione di dentro) In quello
  Le membra stanche dal naufragio andate
  A ristorare; in questo io fo Io stesso.
  (mostra l’altro padiglione sulla scena).
  Dopo poche ore di riposo il tempo
  Si calmerà. Breve viaggio a Millo,
  Mio fratel, condurracci.
  Arm.                          Io vado, io vado;
  Ma lagrime, sospiri, e angosce estreme
  In breve, e non riposo, e gioia avremo (entra).

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