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atto secondo. 71

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Arm.                          Bella; e felice asilo
  Prometton questo mar placido, e i colli
  Aprici, che il circondano, quest’aura,
  Che si respira; le promesse, e il dolce
  Temperamento, e nobil di Jennaro. (verso Jenn.)
  (ironica) Ma di Jennaro quell’affanno interno,
  Ch’egli si sforza a ricoprir, palese
  Fatto dagl’inquieti movimenti,
  Da furtivi sospiri, il cor mi passa.
  Ed altro mi promette, che felice
  Asilo, e trono, e nozze, e lieta vita.
Jen. (scuotendosi) Forse l’azion ch’io feci di
                                                         rapirvi,
  Non ben nell’alma vostra perdonata...
  L’esser voi fuor del patrio tetto, e in mezzo
  A nuova gente sconosciuta, in petto,
  Vostro mal grado, ed a ragion vi desta
  Mille sospetti, e di veder vi sembra...
  E vi sembra d’udir... (a parte affannoso) Cruda
                                                    condanna
  Che il palesar mi togli!.. Ah che tormento!
  (guarda dentro, poi con velocità, ed agitazione)
  Eccovi, Armilla, il caro mio fratello,
  Lo sposo vostro, che s’avanza. Deh
  Rasserenate il ciglio. D’amarezza
  Non s’empia Millo, che tant’amo. Troppo
  Fu sin or flagellato, afflitto, e oppresso, (correndo verso Millo)
  Millo, v’abbraccio, e bacio.

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