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72 il corvo.

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SCENA SESTA.


Millo, Leandro, Tartaglia, guardie, e detti.

Mil.                               O caro, o amato
  Jennaro, fratel mio, chi vi conduce
  Ancor tra queste braccia! (si abbracciano e baciano con notabile trasporto e tenerezza)
Lean. (a Tart.) Bell’esempio di due fratelli!

Tart. O fratel mio Pancrazio, traditore dove sei? che dopo avermi in casa, e fuor di casa rubato tutto a forza di farmi lite m’hai fatto vendere sino alle brachesse!

Mil. (osservando Armilla con allegrezza, ed am-
                                     mirazione) E questa?...
Jen.                               Sì, la Principessa è questa
  Armilla di Damasco, a voi la reco.
Mil. O bellezza splendente! (da sè) Ecco le guance.
  Ecco le chiome, e ciglia prodigiose.
  Con sì ardente implacabile martire,
  E sì funesto desiate, alfine
  Al mio fianco averò. Sento di gioia
  Colmarmi il seno, e il barbaro tormento
  Dal mio cor si dilegua, (alto) Novamente
  V’abbraccio fratel mio. (abbraccia Jenn.)
Smer. (basso ad Arm.) Vi piace il Re?
Arm. (basso) Mi piace.
Mil.                          Voi, Tartaglia, andate tosto
  Al reale palagio a far, che sia
  Addobbato, ed in punto, e voi, Leandro,

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