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atto secondo. 77

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Gozzi - Le fiabe. 1, 1884.djvu{{padleft:299|3|0]]Mil. (sorpreso) Qual stravaganza è questa!

Pant. (attonito) Cossa diavolo aveu fatto! Un falcon de quella sorte, che copava i francolini colla coa? Oh poveretto mi! Son storno, non intendo gnente.

Mil. (con sussiego) Era vostro, fratel. Se v’era
                                                         caro,
  Potevate tenerlo. Vi sovvenga,
  Fratel vi son, ma vi son Re.
Jen. (confuso)                          Scusate...
  Un ratto... un entusiasmo... (a parte dispe-
                                                    rato) Acerbo arcano!
  E svelar non ti posso! (con amorevolezza)
                                                         Quel corsiere,
  D’ogni altro più gentil, vi risarcisca
  Dell’ucciso falcon. Su quel salendo,
  E ritrovando in quello una destrezza,
  Ch’unqua non fu in destrier, vi scorderete
  Della perdita fatta, e ch’ora il mio
  Cieco entusiasmo cagionò.
Mil. (da sè)                                    Vaneggio;
  E non so indovinar... Sì, quel destriere
  Accetto, e salirò. Sino alla Reggia
  Proverò il suo valor. Nel cocchio mio
  Voi salirete insiem coll’Ammiraglio.
  (I servi avvicinano il cavallo; Millo prende
            le redini per salirvi)
Jen. (da sè con furore) Date forza voi. Numi, al
                                                         braccio mio.
  Sicchè un fratel possa salvar da morte.

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