< Pagina:Gozzi - Le fiabe. 1, 1884.djvu
Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
atto secondo. | 79 |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Gozzi - Le fiabe. 1, 1884.djvu{{padleft:301|3|0]]
Jen. Fratello... Millo... O Dio! sdegnoso ei parte.
E dirgli non potrò: troncando il capo
A quel falcon, le gambe a quel destriere,
Le care luci ti serbai; la vita
T’ho difesa, o fratello? E, se l’arcano
Paleserò per iscusarmi, in pietra
Cambierassi Jennaro! Ah pazienza
Di quanto fu sin’ora. Come mai.
Se sieguono le nozze con Armilla,
Potrò salvar dal minacciato mostro
Questa notte il fratel? Tutto il mio spirto
Certo porrò per far che sia deluso
Di Norando il poter. Tentisi ogni opra;
Si mora alfin, pur che il fratel sia salvo.
Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.