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84 il corvo.

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  I ministri apparecchiano, nè trovo
  Norma a salvar dalla vorace fera,
  Da Norando crudele minacciata.
  Le carni sue. O umano ingegno frale!
  O tremor, che le viscere mi scuoti!
  O barbara cagion de’ miei tormenti,
  Palesar non ti posso! (vede Armilla; si spa-
                           venta) Oh Dio! qui Armilla!
  Che m’abbia udito? Già ribrezzo e spasmo
  Mi stringe il core, e di cambiarmi in pietra
  Mi sembra ogni momento.
Arm. (appressandosegli) Sono queste,
  Jennaro, le allegrezze, e quella gioia,
  E quelle nozze tanto desiate?
  Con sospir, con singulti, con affanni.
  Con strani modi, con dispetti enormi
  S’accendono dissidi? S’accompagnano
  Con tai feste le nozze? Quelle nozze
  Da voi volute, e per sì lungo tempo,
  E sì lunghe fatiche, da voi stesso
  Procurate al fratello? Sì felice
  Principio hanno i miei giorni in questa Reggia?
  Ditemi il ver, Jennaro; avete forse
  Qualche timor sì forte di Norando,
  Mio genitor, della sua gran possanza
  Che fuor da’ sentimenti oprar vi faccia?
  Confessatemi il vero.
Jen. (da sè agitato) Oh Dio! m’ha inteso
  A favellar, (alto con franchezza sforzata) Ah
                                          qual pensiero mai

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