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86 il corvo.

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  Che mi trafigge, se pietà in voi regna,
  Sospendete le nozze; a mio fratello
  In preda non vi date... (prende per una mano
                                          piangendo Arm.)
Mil. (facendosi innanzi furioso) Ah traditore,
  Non più fratel; t’intendo. Armilla, al Tempio.
  E già parata l’Ara. Io saprò infine
  Dagli attentati, e insulti d’un rivale.
  Più reo, perch’è fratel, difender voi,
  Difender me. Degli ordini opportuni
  Darò. Cadrà, se con maggiori eccessi
  Si avanzerà. Trema, fratello. Andiamo,
  Che la notte s’appressa, e impaziente
  Mal soffro ogni tardanza. Andiamo, Armilla.
Arm.(a parte) O nozze di miseria e non di gioia!
                                          (entra con Millo)
Jen. (furente) O sentenza! o decreto intollerabile!
  O maladetto Corvo! maladetto
  Il punto sia, che dallo strai trafitto
  Di mio fratel cadesti. Eccomi oggetto
  D’abborrimento e d’odio al fratel mio,
  Ad Armilla, alla Corte, al popol tutto,
  E d’innocenza oggetto. Ah, l’innocenza
  Che mi vai, se non posso palesarla? (piange)

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