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108 il corvo.

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Smer. Oh cieca figlia! Oh sventurata figlia! (la
                                                     segue).

SCENA QUINTA.

Il teatro si cambia e rappresenta una prigione.


Jennaro incatenato.


  Solo a voi, marmi orrendi, oscure stanze,
  Impenetrabil ferri, a voi catene,
  L’infelice Jennaro potrà dire,
  Che per serbar le luci a suo fratello.
  Per serbargli la vita, a morte è giunto?
  Nè il ver, nè la cagion dell’oprar mio
  Ad uomo potrò dire, o in freddo sasso
  Dovrò cangiarmi? Qual stato più misero
  Fu mai del mio? Morrò. Ma tu, Norando,
  Crudel Norando, che invisibil certo
  Mi sei d’intorno, e la miseria mia
  Vedi, deh dimmi almen, se finiranno
  Insiem colla mia vita le sciagure
  Dell’amato fratel, con me tiranno,
  Ma tiranno a ragion per tuo volere.

SCENA SESTA.


Norando esce prodigiosamente dalle pareti, e se gli presenta colla consueta furerà spaventandolo.

Norando e Jennaro.

Nor. Mori, ladron di donne, e coll’infamia
  Mori di traditor. Se il vuoi, palesa

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