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116 | il corvo. |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Gozzi - Le fiabe. 1, 1884.djvu{{padleft:338|3|0]]
Mil. (rasciugandosi gli occhi e scuotendosi) L’opre
ultime vostre
Vi condannano a morte. Io qui non venni
Per ascoltar rettoria colori
Di favellar industre, e venni solo
A cercar innocenza. O mi scoprite
Innocenza, o men vado.
Jen. (a parte con profondo sospiro) Ahi crude stelle!
M’abbandona, ribrezzo, e fa, ch’io possa
Armarmi di costanza al duro passo.
(piangendo) Ah, fratello, io ti giuro, che in-
nocente
È il tuo Jennaro, che innocente danni
A morte tuo fratel. Deh non m’astringere
A palesarti l’innocenza mia. (piange dirotta-
mente)
Mil. D’un condannato il sospirar e il piangere
Non dimostra innocenza. (si leva) Io t’ab-
bandono
A’ tuoi rimorsi, alla miseria tua. (in atto di
partire)
Jen. (levandosi disperato) Barbaro, ferma, e poi
che sì ti cale
Di trovarmi innocente, m’averai.
Apparecchiati a piangermi innocente.
Ed a piangermi invano. (a parte con dispera-
zione) Ecco Norando,
La tua vendetta; io mi t’arrendo alfine.
Mil. (con modo sardonico) Udiam quest’inno-
cenza, questi oracoli.