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116 il corvo.

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Mil. (rasciugandosi gli occhi e scuotendosi) L’opre
                                               ultime vostre
  Vi condannano a morte. Io qui non venni
  Per ascoltar rettoria colori
  Di favellar industre, e venni solo
  A cercar innocenza. O mi scoprite
  Innocenza, o men vado.
Jen. (a parte con profondo sospiro) Ahi crude stelle!
  M’abbandona, ribrezzo, e fa, ch’io possa
  Armarmi di costanza al duro passo.
  (piangendo) Ah, fratello, io ti giuro, che in-
                                                         nocente
  È il tuo Jennaro, che innocente danni
  A morte tuo fratel. Deh non m’astringere
  A palesarti l’innocenza mia. (piange dirotta-
                                                         mente)
Mil. D’un condannato il sospirar e il piangere
  Non dimostra innocenza. (si leva) Io t’ab-
                                                         bandono
  A’ tuoi rimorsi, alla miseria tua. (in atto di
                                                         partire)
Jen. (levandosi disperato) Barbaro, ferma, e poi
                                                    che sì ti cale
  Di trovarmi innocente, m’averai.
  Apparecchiati a piangermi innocente.
  Ed a piangermi invano. (a parte con dispera-
                                     zione) Ecco Norando,
  La tua vendetta; io mi t’arrendo alfine.
Mil. (con modo sardonico) Udiam quest’inno-
                                     cenza, questi oracoli.

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