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164 il re cervo

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dama lettera, e metterla a madama la posta. (entra)

Tart. Mia figlia rifiutata!... Angela mia!... Angela mia perduta! Ah ch’io sento la rabbia, l’invidia, l’ambizione, l’amore, la gelosia, il canchero qui nel ventricolo, che mi rodono, mi divorano! Un uomo della mia qualità!... E impossibile, ch’io possa tenere occulta la rivoluzione, che ho nel corpo. Bisognerà sforzarsi. È questo il punto di condurmi alla caccia per divertirmi? Maledico mia figlia. Pantalone, il Re, e quello stucco infernale. Starò in attenzione, e in tanta attenzione, che troverò il momento di fare una delle più strepitose vendette, che sieno state rappresentate in un Teatro. I miei posteri sentendola raccontare, caderanno inorriditi col taffanario per terra.

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