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220 Turandot

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  Fuggir sconfitti, e ’l barbaro Sultano
  Di Carizmo feroce, usurpatore
  Del regno vostro, già vittorioso
  Scorrer per tutto, in Astracan ferito
  Mi ritrassi dolente. Quivi intesi,
  Che ’l Re Timur, genitor vostro, e voi
  Morti eravate nel conflitto. Io piansi.
  Corro alla Reggia per salvar Elmaze,
  Vostra madre infelice; e invan la cerco.
  Già ’l Soldan di Carizmo furioso,
  Senza trovar chi s’opponesse, entrava
  In Astracan coi suoi. Io disperato
  Fuggii dalla Città. Peregrinando
  Più mesi andai. Quì in Pechin giunsi, e quivi
  Sotto nome di Assan, in Persia nato,
  A una vedova donna m’abbattei
  D’oppression colma, sfortunata; ed io
  Coi miei consigli, e con alcune gemme,
  Che avea, vendendo in suo favor, lo stato
  Dell’infelice raddrizzai. Mi piacque;
  Ella ebbe gratitudine; mia sposa
  Divenne alfin, e la mia sposa istessa
  Persian mi crede ancora, Assan mi chiama,
  E non Barach. Qui vivo coi suoi beni.
  Povero a quel, che fui, ma fortunato
  In questo punto son, dappoichè in vita
  Il Principe Calaf, quasi mio figlio
  Da me allevato, io miro, e morto il piansi.
  Ma come vivo, e come quì in Pechino?
Cal. Barach, non nominarmi. Il dì funesto,

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