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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Gozzi - Le fiabe. 1, 1884.djvu{{padleft:445|3|0]]
Benchè nato in grandezza. Un’alma forte
Tutto de’ sofferir. De’ ricordarsi,
Che, a petto a’ Numi, ogni Monarca è nulla,
E che costanza, e obbedienza solo
Ai decreti del Ciel fa l’uom di pregio.
De’ Carazani al Re fummo, ed in Corte
Nei più bassi servigi m’adattai
Per sostenere i genitori. Adelma,
Del Re Cheicobad de’ Carazani,
Avea di me qualche pietade, e parmi
Poter assicurar, ch’ella sentisse
Più, che pietà per me. Co’ sguardi suoi
Parea, che penetrasse, ch’io non era
Nato, quale apparia. Ma non so, quale
Puntiglio il padre suo mosse a far guerra
Ad Altoum, Gran Can qui di Pechino.
Stolti furo i racconti, che dal volgo
Venieno fatti per tal guerra, e solo
So, che fu ver, che ’l Re Cheicobad
Fu vinto, e desolato, e che fu estinta
Tutta la stirpe sua, che Adelma stessa
Morì in un fiume. Così fama sparse.
Anche da’ Carazani via fuggimmo
Per fuggir strage, ed il furor di guerra.
Dopo lungo patir giugnemmo a Berlas
Laceri, e scalzi. Ma che più dir deggio?
Non istupir. La madre, e ’l padre mio
Alimentai quattr’anni al prezzo vile
Di portar sopr’agli omeri le casse,
Le sacca, ed altri insofferibil pesi.