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244 Turandot

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  un inchino, si pianta con nobiltà nel mezzo
  al Divano tra i due troni verso all'Uditorio.
  Altoum segue a parte dopo aver contemplato
  fissamente Calaf
) Che bella idea!
  Quanta compassion mi desta in seno!
  Dimmi, infelice, donde sei? Di quale
  Principe sei figliuolo?
Cal. (sorpreso alquanto, indi con inchino nobile) Signor, per grazia
  Il mio nome stia occulto.
Alt. E come ardisci,
  Senza dirmi la nascita, d’esporti
  A pretender le nozze di mia figlia?
Cal. (con grandezza) Principe son. Se ’l Ciel vorrà, ch’io mora,
  Prima del fatal punto fia palese
  Il mio nome, la nascita, lo stato,
  Perchè si sappia allor, che all’alto nodo.
  Senza sangue reale in queste vene,
  D’aspirar non avrei temeritade.
  (con inchino) Grazia è per or, che ’l nome mio stia occulto.
Alt. (a parte) Che nobiltà di favellare! Oh quanta
  Compassion mi desta! (alto) Ma, se sciogli
  Gli oscurissimi enigmi, e di non degna
  Nascita sei, come potrò la legge?...
Cal. (interrompendolo arditamente) Per i Principi sol scritta è la legge.
  Signor... oh ’l Ciel lo voglia... allor, s’io sono
  D’ignobil stirpe, il capo mio la pena

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