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254 Turandot

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Pant. (allegro) Tartagia, el l’ha imbroccada.
Tart. Di pianta nel mezzo.
  (tutti i Dottori aprono la prima carta suggellata, indi in coro)
  Ottimamente. È ’l Sole, è ’l Sole, è ’l Sole.
Alt. (allegro) Figlio, al Ciel t’accomando a’ nuovi enigmi.
Zel. (a parte) Soccorretelo, o Numi.
Adel. (agitata a parte) O Ciel, t’opponi;
  Fa, che non sia di Turandotte sposo.
  Io mi sento morir.
Tur. (sdegnosa da se) Che costui vinca!
  Che superi ’l mio ingegno! Eh non fia vero.
  (alto) Folle, m’ascolta pur; spiega i miei sensi.
  (si leva in piedi, e segue in tuono accademico)
  L’albero, in cui la vita
  D’ogni mortai si perde,
  Di vecchiezza infinita,
  Sempre novello, e verde,
  Che bianche ha le sue foglie
  Dall’una parte, e allegre;
  Bianchezza si discioglie;
  Son nel rovescio negre.
  Stranier, dì in cortesia
  Quest’albero qual sia. (siede)
Cal. (dopo qualche raccoglimento, e fatto il solito inchino)
  Non isdcgnate, altera Donna, ch’io
  Disciolga i vostri enigmi. Questa pianta

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