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ATTO TERZO

Camera del Serraglio.



SCENA PRIMA.

Adelma e una Schiava Tartara sua confidente.

Adel. (con fierezza)
  Ti proibisco il favellarmi ancora.
  Già capace non son de’ tuoi consigli:
  Altro mi parla al cor. Possente amore,
  Che dell’ignoto Principe m’abbrucia,
  Odio, che a questa empia superba io porto,
  Dolor di schiavitù. Troppo ho sofferto.
  Scorsi cinqu’anni or son che dentro al seno
  Chiudo il velen, rassegnazion dimostro,
  E amor per questa ambiziosa donna.
  Della miseria mia prima cagione.
  In queste vene real sangue scorre,
  Tu ’l sai, nè Turandot m'è superiore.
  In vergognosi lacci schiava umile

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