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296 Turandot

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Sch. Di più deggio narrarvi. Il Padre vostro
  È in casa mia, vedovo sconsolato
  Di vostra madre...
Cal. (addolorato) Oimè, che narri! Oh Dio!
Sch. Di più dirovvi. Ei sa, ch'Assan si cerca;
  Che voi siete fra l’armi. Ha mille dubbi,
  Mille spaventi e piange. Ei disperato
  Vuol esporsi alla Corte, e palesarsi,
  E «col mio figlio» ei grida, «io vo’ morire»!
  M’affaticai, narrando i casi vostri.
  Per trattenerlo: egli inventate fole
  Tutte le crede. Il tenni, e sol lo tenni
  Con la promessa di recargli un foglio
  Da voi firmato, e scritto dalla mano
  Del proprio figlio, che ’l consoli, e dica,
  Ch’egli è salvo, e non tema. A tanti rischi
  Mi sono esposta per aver un foglio,
  Per acchetar quell’angoscioso vecchio.
Cal. Il Padre mio in Pechin! La madre morta!
  Tu m’inganni, Schirina.
Sch. Se v’inganno, M’arda Berginguzin.
Cal. Misera madre!
  Padre mio sventurato! (piange)
Sch. Ah, non tardate.
  Maggior sventure nasceran, se ’l foglio
  Non vergate sollecito. Se mancano
  Fogli, ed inchiostro, e penna, io diligente
  Tutto provvidi. (trae ’l bisognevole per iscrivere)
  Quell’afflitto vecchio

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