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atto quarto 297

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  Poche note firmate abbia, che ’l figlio
  È in sicurezza, e che sarà felice;
  O alla Corte sen corre, e ogn’opra guasta.
Cal. Sì, mi reca que’ fogli... (in atto di scrivere;
  poi sospendendo
)
  Ma che fo? (pensa alquanto, indi getta il foglio)
  Schirina, al padre corri, e gli dirai
  Per parte mia, che ad Altoum sen vada;
  Chieda udienza secreta, e gli palesi
  Quanto brama, e ricerchi quanto brama
  Per calma del suo core. Io mi contento.
Sch. (confusa) Ma non volete?... un foglio vostro
  basta...
Cal. No, Schirina, non scrivo. Il nome mio
  Diman saprassi solo. Assai stupisco,
  Che la moglie d'Assan tenti tradirmi.
Sch. (più confusa) Tradirvi...! che mai dite? Ah
  non si guastino (a parte)
  L’altre trame di Adelma. (alto) E bene; al padre
  Dirò quanto diceste. Io non credeva.
  Dopo tanta fatica, e tanto rischio.
  La taccia meritar di traditrice.
  (a parte) Adelma è desta, ma costui non
  dorme. (entra)
Cal. Ben mi disse il ministro, che fantasme
  Sarebbero apparite. Ma Schirina
  Con sacro giuramento ha confermato.
  Che mio padre è in Pechin, la madre estinta.

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