< Pagina:Gozzi - Le fiabe. 1, 1884.djvu
Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta.
300 Turandot

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Gozzi - Le fiabe. 1, 1884.djvu{{padleft:522|3|0]]

Zel. Quai parole, Signor?
Cal. S’apra l’abisso,
  E questa schiava nel suo centro inghiotta.
  Se menzogna vi dissi.
Zel. Dubitate,
  Ch’io non vi dica il ver?
Cal. Dubito in parte,
  E sì forte è ’l mio dubbio, ch’io ricuso
  D’appagarti di ciò. Va a Turandotte,
  Dille, che m’ami, e ch’io le niego i nomi
  Per eccesso d’amor, non per offesa.
Zel. (con audacia) Imprudente, non sai quanto costarti
  Può questa ostinazion.
Cal. Costi la vita.
Zel. (fieramente) E ben; pago sarai, (a parte)
  Vana fu l’opra. (entra dispettosa)
Cal. Ite, inutili larve. Ah, le parole
  Di Schirina m’affliggono. Vorrei,
  Che l’infelice madre... il padre mio...
  Alma, resisti. Ancor poche ore mancano
  A saper tutto, a uscir d’angoscia, e spasmo.
  Riposiam, se si può. (siede sul sofà) La travagliata
  Mente brama riposo, e par, che venga
  Sonno a recar conforto a queste membra.
  (s’addormenta)

    Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.