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308 Turandot

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  Scellerata fortuna, porre in opra
  Dopo tante miserie co’ tuoi colpi
  Contr’un oppresso, un disperato, un Principe
  Tutto amor, tutto fede, ed innocenza?
  E fia di tanto, sì, di tanto fia
  Capace Turandotte!... Ah, non può darsi
  Un cor sì traditore in sì bel volto, (con isdegno)
  Principessa, m’inganni.
Adel.                                      Io non m’offendo
  Del torto, che mi fai. Già ben previdi
  Che dubitar dovevi. Sappi, ignoto.
  Che per l’enigma tuo là nel Serraglio
  Furente è Turandot. Ella già scorge
  Impossibil l’impresa del disciorlo.
  (caricata) Forsennata passeggia, e, come cagna,
  Latra, si scuote, si difforma, e grida.
  Verde ha la faccia, di color sanguigno
  Ha gli occhi enfiati, loschi, e ’l ciglio oscuro.
  Orrida ti parrebbe, e non più quella,
  Che nel Divan t’apparve. Io m’ingegnai
  Di colorir le tue soavi forme,
  Per placare i trasporti, e tutto feci,
  Perch’ella in suo consorte ti prendesse.
  Ogni sforzo fu vano. Alcune insidie
  Ella ordì; tu le sai. S’eran fallaci,
  A certi suoi fedeli Eunuchi diede
  Ordine d’ammazzarti a tradimento.
  Son più vasti i comandi. Infernal alma
  Peggior non nacque, e tu compensi morte,
  Oh’hai sopra il capo, alla crudel d’amore

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