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310 Turandot

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  Da riscattare il Regno mio. Fia tuo.
  Tua questa destra fia, se gratitudine
  Per me ti prende, e, se ti spiace il nodo,
  Fra Tartari non mancan Principesse,
  Che avanzano in bellezza questa fiera,
  Affettuose in cor, degne del tuo;
  Suddita io resterò. Pur che tu sia
  Salvo da morte, e ch’io d’indegno laccio
  Esca di schiavitù, saprò in me vincere
  Quell’amor, che mi strugge, e che rossore
  Mi prende a palesarti. Ah, la tua vita
  Ti stia a cor solamente, ed abborrisci,
  Quanto vuoi, questa destra. E presso il giorno...
  Io mi sento morir... stranier, fuggiamo.
Cal. Adelma generosa! Oh qual dolore
  Provo per non poter condurti a Berlas,
  Trarti di schiavitù. Che mai direbbe
  Altoum della fuga? Egli a ragione
  Mi diria traditor; che per rapirti
  Le sacre leggi d’ospitalitade
  Non curai di tradir.
Adel. Anzi la figlia
  D'Altoum le tradisce.
Cal. Io non ho ’l core,
  Che più sia mio. Godrò morendo, Adelma,
  Per commession d’una crudcl che adoro.
  Tu puoi fuggire. Io risoluto sono
  Di morir per colei. Che val la vita?
  Senza di Turandotte io più, che morto,
  Mi considero al mondo: ella s’appaghi.

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