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324 Turandot

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Tur. Adelma, e quale
  Furor ti prese!
Adel. A te palesi sono
  Le mìe sciagure. Or sappi, che mi togli
  Anche un amante, in cui sperava solo
  Per lui son traditrice, ed ei mi toglie
  Modo di vendicarti. Almen mi lascia
  Nella mia libertà. Lascia, ch’io fugga
  Raminga di Pechin. Non usar meco
  L’ultima crudeltà, ch’io miri in braccio
  Calaf di Turandot. Io ti ricordo,
  Ch’un cor geloso, un’alma disperata
  Tutto può, tutto tenta; e mal sicura
  Ognor sei, dov'è Adelma. (piange)
Alt. (a parte) Io ti compiango,
  Misera Principessa.
Cal. Adelma, lascia
  Di tanto lagrimar. Vedi, che in grado
  Son or di compensare in qualche parte
  Quant’ho per tua cagion. Sposa, Altoum,
  Se nulla posso in voi, quest’infelice
  Principessa abbia libertade in dono.
Tur. Padre, anch’io ve lo chiedo. Io mi conosco
  Oggetto agli occhi suoi troppo crudele
  Da poter sofferir. L’amor, l’intera
  Confidanza, che in lei posi, fu vana.
  L’odio chiuso tenea. Mai non potrebbe
  Turandottc ad Adelma esser amica
  Più, che Signora; ella nol crederia.
  Libera vada, e se maggior favori

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