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XXVII.
Non vi fu casa, non vi fu tugurio,
  Dove con tenerezza le persone
  Non ripetesser quel felice augurio,
  Che facean pianger di consolazione;
  Tanto è ver, che pochissimo mancò
  Che non pianse anche il Padre Niccolò.

XXVIII.
E ogni qualvolta starnutisce il Re,
  Il popol fa il medesimo, foss’anco
  Infreddatura; e il merita, perchè
  Quantunque nero, è buono come un bianco,
  E i sudditi gli vogliono un ben matto;
  E poi mi pare che lo provi il fatto.

XXIX.
Sicchè tornando a quel che si dicea,
  Chi non ha questa polvere provato,
  De’ suoi vantaggi non può avere idea.
  Da vertigini quanti ha liberato!
  E perchè l’usa poco il gentil sesso,
  Però gli gira il capo spesso, spesso.

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