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D’UDINE | 35 |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Guida d'Udine.djvu{{padleft:39|3|0]]proprio convento. Dalle pareti del refettorio pendeva una Cena di Giuseppe Camerata discepolo del Lazzarini, e varj ritratti di religiosi di quell’ordine, in mezzo ai quali brillava il celeberrimo fra Paolo Sarpi, originario di san Vito al Tagliamento[1] del Bombelli, e nella biblioteca in plastica, ora presso il Demanio, il busto del medesimo in atto di scrivere sopra un libro voluminoso. La mossa è bene intesa, grandiosamente piegati ne sono i panni. Bella è la testa, che mostrasi gravida de’ suoi sublimi concetti.
SANTA CHIARA
Il convento di monache, dove fu educata la più scelta nobiltà del paese, ebbe la sorte di sopravvivere all’eccidio degli altri, e serbossi all’educazione delle fanciulle. Nella chiesa, in un col convento consecrata del 1307. dal patriarca Ottobono de’ Rizzi[2], al maggior altare trovasi un buon quadro d’Eugenio Pini con san Francesco, santa Chiara e il Battista. Ai lati dello stesso sorgono due angioletti in marmo coll’iscrizione Angeli et Francisci Marinali Vicentini opus 1696, artefici conosciuti, poichè han lavorato in Venezia alla chiesa principale del Lido[3], ed in Verona a san Sebastiano[4]. Le pitture del palco dove il Quaglia condusse una delle opere le più studiate, son tutte dedicate alla Vergine. Nel qua-