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— In questo caso sì, giacchè la carità serve di mantello a una volgar simpatia... e voi non aveste riguardo nel lacerarmi il cuore.

— Vediamo! disse l’avvocato, prendendo una seggiola e sedendo in mezzo alla camera. È gradevole il fare un po’ di filosofia fra marito e moglie! facciamone, Paolina. Io, come vedi, ho la calma del filosofo, tu fa di ottenerla reprimendo l’audacia dello spirito ribellante. Discutiamo.

— Vorresti confondermi con le sottigliezze della vostra professione, rispose Paolina che non intendeva di prestarsi a un colloquio, ma voleva la lite, il conflitto. Non voglio discutere, io! dico inganno all’inganno, e domando soddisfazione dell’offesa che mi vien fatta.

— Offesa? ma l’offesa, Paolina, sei tu che la compi intera, brutta, grandissima, verso di me. Perchè hai il male della gelosia, ti dichiari offesa?...

Paolina sussultò.

— Sono gelosa a ragione, sì! questa volta a ragione. Voi nell’ambizione di raccomandarvi alla

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