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riconciliazione. 43

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— Sì, la madre veh! la povera donna abbandonata nell’indigenza che vive oggi vendendo il superfluo e che domani sarà costretta a vendere il necessario. Mi son detto: — ecco una donna che ha avuto poca fortuna nel mondo: un marito scialacquone, una figlia capricciosella e volubile, una casa che le si è disfatta sotto ai piedi! Bene! io me la prendo a compagna, a governante, a massaia; le depongo in grembo il figlio, la serva, me stesso e respirerò con l’aiuto di Dio!

Battè il bastone in terra girando il pollice e l’indice della mano sinistra fra il collaretto dell’abito e la cravatta.

— A quando le nozze? domandò Zaeli cortesemente.

— Spirato appena l’anno del lutto. Siamo in settembre eh!... non sarà piacevole l’inverno che ha da passare.

— E la figliuola della signora Rigotti?

— È risoluta di farsi suora.

— Senza vocazione!

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