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18 il ghetto di firenze

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Guido Carocci, Il ghetto di Firenze.djvu{{padleft:20|3|0]]fazioni riusciva vittoriosa, sfogava sull'altra la sua rabbia la sua inimicizia, distruggendone e saccheggiandone le case.

E queste distruzioni più d’una volta si rinnovarono e di alcune di esse abbiamo ampii ricordi nelle storie e nei documenti dei nostri archivi.

I Ghibellini, quasi sempre soccombenti nelle lotte cittadine furono specialmente spietati e feroci in quest’opera di demolizione, quasi volessero sfogarsi in una sola volta delle lunghe persecuzioni delle ripetute sconfitte subite.

Fu nel 1248 che una delle più vandaliche e più terribili distruzioni fu compiuta dai Ghibellini, quando i Guelfi non stimandosi più in caso di far testa a Federigo figlio dell’Imperatore che con molti uomini d’armi era giunto a Firenze, abbandonarono la città e si rifugiarono a Lucca.

Allora i Ghibellini atterrarono palazzi e torri in numero infinito e non risparmiarono nemmeno il celebre palazzo Tosinghi che sorgeva sulla piazza del Mercato e che gli storici ricordano come una meraviglia di magnificenza e di ricchezza.

La seconda distruzione più generale, più terribile, più rabbiosa, fu quella compiuta nel 1260, dopo la vittoria che i Senesi e con loro i Ghibellini di Firenze e di Toscana ebbero sui Fiorentini a Montaperti.

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