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il ghetto di firenze 31

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Guido Carocci, Il ghetto di Firenze.djvu{{padleft:33|3|0]]una confraternita o tempio minore che serviva alle funzioni quotidiane, una confraternita funebre, locali per la misericordia, scuole educative, saloni per feste e per conversazioni, bagni, macelli, forni, negozj nei quali si spacciavano commestibili, abiti, masserizie, tutto insomma.

E non mancavano nemmeno i quartieri d’abitazione comodi ed eleganti, come si può veder tuttora.

I saloni dei vecchi palazzi erano stati in gran parte conservati, accomodati, adorni di pitture, di stucchi, di dorature. In due o tre di questi quartieri, ed in specie in uno corrispondente sulla Piazza della Fraternità, trovansi ancora degli affreschi del XVII secolo tutt’altro che spregievoli e che rappresentano varj soggetti del vecchio testamento.

Ammessa l’impossibilità di dar aria e luce alla parte interna, chiusa da fabbricati altissimi, di trasformare antiche straducole e delle casuccie meschinissime, il Ghetto, quand’era esclusivamente abitato dagli isdraeliti, non aveva nulla di orrido e di ripugnante.



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