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I Nibelunghi 47

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  80Ai messaggieri indetti fûr gli alberghi
Per la città. Ben che nemici a lui
Fosser cotesti, re Gunthèr possente
Volle che cura altri di lor si desse
Per accoglienze oneste (e ciò si fèa),
85Per che gli amici intanto ei ragunasse
Che aitarlo dovean. Ma in tal pensiero
Aspro affanno si avea l’inclito sire.
Il vide così mesto un cavaliero
E nobile e gentil, che niuna cosa
90Sapea di quanto gli avvenìa. Preghiera
Ei fece sì perchè di tanto a lui
Desse novella re Gunthero. Prendemi
Alto stupor, dicea Sifrido al prence,
Come di tanto il gaio aspetto vostro
95Mutato abbiate voi, quel gaio aspetto
Che lungo tempo usaste aver con noi.
  Gunthèr, l’inclito eroe, gli rispondea:
Non a tutte le genti il grave affanno
Poss’io ridir qual deggio entro al mio core
100In secreto portar. Del cor l’angoscia
Lamentando svelar si dee soltanto

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