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I Nibelunghi | 57 |
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300Già toccava Sifrido, con le sue
Gravi ferite a re Liudgasto inflitte
La candida corazza attraversando;
Ottimo arnese ell’era. Il sangue allora
Dalle piaghe profonde eruppe al sommo
305Della spada nemica, e re Liudgasto
N’ebbe fiero dolor. Pregò che a lui
Fosse lasciata la sua dolce vita
E la sua terra offerse ancora e disse
Che Liudegasto ei s’appellava. Accorsero
310I prodi suoi, che chiaramente visto
Avean da lungi quanto fra que’ due
Accadde al loco de la guardia. Volle
Sifrido trar con sè l’eroe caduto,
Ma ratto ben da trenta di que’ prodi
315Ebbe un assalto. Il ricco prigioniero
Con fieri colpi difendea la mano
Di quel gagliardo, e più d’assai fè ad altri
Offesa e danno l’uom valente e forte.
A morte i trenta egli colpìa con molta
320Forza e vigor; soltanto uno lasciava
Alla sua vita, e quei rapido assai
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