< Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu
Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta.

I Nibelunghi 67

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu{{padleft:138|3|0]]

  520Venirne a le sue stanze il messaggiero
Allor che scorse, dolcemente disse
Kriemhilde bella: Lieto annunzio adunque
Or dammi tu, ch’io ti darò del mio
Oro; e se tu il farai senza menzogna,
525Amica sempre ti sarò. Deh! come
Dalla pugna uscì fuori il fratel mio
Gernòt e gli altri amici miei? Qualcuno
Là moriva de’ nostri? Ovver, chi fece
Il meglio là? Dirmi dêi tu cotesto.
  530Rapido il messaggier così rispose:
Nessun codardo avemmo noi. Nell’aspro
Assalto e nella pugna, o nobil donna,
Non cavalcò, poi che ciò dirvi io deggio,
Niun sì valente come lo straniero
535Di Niderlànd illustre. Alti prodigi
La destra fè colà del valoroso
Sifrido, e ciò che fatto han nella pugna
Tutti i più forti, ed Hàgene e Dancwarto
E altri campioni del re nostro, ancora
540Ch’ei combattean per gloria e onor, fu lieve
Cosa qual’aura innanzi al pro’ Sifrido,

Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.