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I Nibelunghi 69

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Dall’ignominia. E vidersi deserte,
565Per lor colpi di man, di cavalieri
Molti le selle, e tutta risonava
La terra intorno de le spade fulgide
All’urto fiero. Oh sì! gli eroi sconfitti
Di tal foggia tornavansi dal Reno
570Su lor cavalli, ch’evitar per loro
I lor nemici era miglior fortuna.
Ma di Tronòga i valorosi un’alta
Fecer rancura ai prodi avversi allora
Che s’incontrâr, come irrompente folla,
575Le falangi nemiche; e morti assai
D’Hàgen possente fè la mano, e invero
Molto a narrar di ciò qui, de’ Burgundi
Nella terra, sarìa. Sindolto, Hunoldo,
Le genti di Gernòt, Rumoldo il prode,
580Tanto oprâr che per sempre alto cordoglio
Avrà Liudgero che a’ congiunti vostri
Venne sul Reno d’amistà l’antico
Patto a disdir. Ma l’assalto più fiero
Che là si fè, l’ultimo e il primo assalto
585Che là si vide allor, con fiera voglia

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