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110 | I Nibelunghi |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu{{padleft:181|3|0]]
Sia che lunghe agli eroi fosser soverchio,
270Sia di soverchio brevi. Oh! ma in perfetta
Misura ell’eran tutte, e reser grazie
I valorosi a le fanciulle. A quanti
Per le vesti venian, d’uopo fu allora
Asseverar che miglior cosa in terra
275Veduta ei non avean; però alla corte
Volentieri potean recarle attorno,
Chè niuno favellar di più pompose
Vesti potea di cavalieri. Grazie
Grandi d’assai non fûr niegate allora,
280E i baldi eroi chieser commiato, e questo
In atto ei fean di cavalier ben degno.
Ma di pianto ad alcun torbidi e molli
Si fêr gli occhi lucenti, e Krïemhilde
Così dicea: Diletto fratel mio,
285Deh! che potreste ancor qui rimanervi
E altre donne cercar (questa i’ direi
Opra ben degna!), nè in sì gran distretta
Vostra vita saria. Ben più vicino
Nobil fanciulla ritrovar potreste.
290Io credo sì che lor diceva il core