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I Nibelunghi | 111 |
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Ciò che avvenne dipoi. Tutti e in eguale
Maniera elli piangean, per quante cose
Altri dicesse, e impallidia sul petto
A le lagrime lor l’auro lucente,
295A le lagrime sì, che giù dagli occhi
Cadeano in copia. Disse allor Kriemhilde:
Prence Sifrido, e per fede e per grazia
Lasciate voi che a voi si raccomandi
Il caro fratel mio, perchè nol tocchi
300Di Brünhilde in la terra alcuna offesa.
Ne fè promessa di Kriemhilde in mano
L’uom destro e baldo. Fin che il viver mio
Mi resti, favellò quel valoroso,
Donna, dovete voi libera e sciolta
305D’ogni pensiero andar. Qui fino al Reno
Incolume addurrollo ancora a voi;
Ciò per certo v’abbiate. — Ella inchinavasi,
L’avvenente fanciulla. E gli aurei scudi
Altri frattanto su le aperte arene
310Andò recando e là portò le vesti,
Tutte a quel loco. I palafreni ancora
Furono addotti, chè partir voleano